Valve ha indubbiamente cambiato in modo radicale come vengon concepiti i videogiochi, fino al 20° secolo prevalentemente operanti tramite forma fisica, quasi sempre attraverso un CD o DVD e Steam, una delle prime piattaforme a disporre su PC di funzionalità di digital delivery, portando quindi l’utenza al concetto di giochi non fisici da “riscattare” attraverso “chiavi”. Steam ha debuttato ufficialmente nel 2003 e a distanza di quasi 20 anni quello che sembrava una sorta di “esperimento” non gradito e accettato da tutti è divenuto lo standard per milioni di giocatori del mondo, al punto che quasi ogni grosso produttore di videogames ha sviluppato una versione “alternativa” di Steam operante sul proprio circuito, con sconti, promozioni a tempo e tanto altro. Anche Steam però pur avendo portato una quantità importante di guadagni, Valve deve come ogni grossa azienda fare i conti con l’inflazione ed altre problematiche che inevitabilmente condizioneranno anche il mondo videoludico.
Steam, rincari in vista: la piattaforma Valve verso gli aumenti dei videogiochi
A seguito dell’inflazione galoppante una piattaforma come Steam che opera in quasi tutto il mondo ed è compatibile con quasi 40 valute monetarie ha sviluppato una politica di “prezzi consigliati” per gli sviluppatori piccoli e grandi così da avere accesso ad una specifica percentuale di guadagni sui giochi acquistati ed utilizzati.
E’ bene specificare che Steam mantiene comunque un controllo parziale e si tratta solo di prezzi “consigliati”. Nel caso dell’Italia, come tutti i paesi che compongono l’Eurozona i rincari saranno mediamente del 18%, con picchi del 25% soprattutto sui prezzi più bassi, in proporzione gli aumenti saranno maggiori in futuro per i giochi di importo minore.
Insomma, anche il mondo videoludico dovrà “darsi da fare” per organizzarsi, così come i publisher: sarà anche meno conveniente da parte di chi fa ricorso alle VPN per acquistare a prezzi minori fare uso proprio di questi strumenti.
