Anche il progetto più ambizioso deve per forza di cose scontrarsi con fattori pratici e concreti, come evidenziato dal concetto di valuta unica monetaria, estesa in tutto il continente europeo, che dalla fine degli anni 90 dello scorso secolo è divenuto realtà con l’euro, diffuso anche in forma “fisica” a partire dal 2002. Tra le principali novità che hanno avvicinato tutti i cittadini che compongono i paesi dell’Eurozona sicuramente quello monetario costituisce uno dei fattori più importanti, e ciò è evidenziato dalle difficoltà che ha avuto buona parte del contesto europeo a concepire l’idea dei centesimi di euro, soprattutto quelli di piccolissimo taglio.
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Nazioni come l’Italia hanno infatti rapidamente faticato molto a considerare le emissioni da 1 e 2 centesimi praticamente inutili, anzi uno spreco di risorse, sia per ragioni pratiche, ma anche quelle legate al valore, molto risicato. Ecco perchè pur essendo “valide” a tutti gli effetti, nazioni come la nostra hanno da diversi anni smesso di produrle.
Tuttavia quasi tutti i paesi europei continuano a farne uso, anche quelli di piccole dimensioni, come Monaco, che continua a coniare queste monete. Le monete da 1, 2 e 5 centesimi di euro di Monaco presentano tutte lo stemma del Principato di Monaco con in alto la scritta MONACO. Sono piuttosto rare, in particolare in annate particolari, ed anche se la maggior parte dei collezionisti non le considera, data la poco fortunata nomea di queste emissioni (in particolare le monete da 1 e 2 centesimi).
Le più interessanti sono quelle del 2005, in quanto in questo specifico anno il trono del piccolo principato ha cambiato “ospite”, da Ranieri III all’attuale sovrano Alberto II. Una moneta da 1, 2 o 5 centesimi in ottimo stato del principato di Monaco può valere da 25 euro (moneta da 1 centesimo) fino a 45 euro (2 e 5 centesimi). Valori di poco inferiori per le stesse emissioni del 2017.