I videogame più famosi (e iconici) della storia: 5 nomi

Intorno ai videogame è nata negli ultimi anni una vera e propria cultura. Le community dedicate a singoli titoli contano milioni di appassionati e ormai i tornei internazionali tra gamer professionisti (e non) non rappresentano più una novità. Se quasi metà della popolazione mondiale ama impugnare un controller per divertirsi con personaggi virtuali, probabilmente il merito è anche della sezione mobile, che ha ampliato i palinsesti rendendo il gaming molto più accessibile. Sulle app è possibile trovare anche giochi da tavolo e attrazioni più datate, puntualmente digitalizzate, per cui gli utenti non cercano solo di capire come sconfiggere il boss di un platform, ma anche di comprendere come funzionano le linee di pagamento delle slot machine o come partecipare a una partita di burraco online, scopa o sette e mezzo. Tra i vari software, comunque, non mancano conversioni per smartphone di giochi appena usciti su console.

Numerosi personaggi sono entrati a far parte dell’immaginario collettivo. La popolarità di Super Mario, ad esempio, è paragonabile a quella di Topolino. Va da sé che le icone videoludiche sono state protagoniste di numerosi titoli nel corso dei decenni, ma solo alcuni hanno lasciato veramente il segno nella storia dell’industria dell’intrattenimento. Nel caso dell’idraulico della Nintendo, il gioco che più di tutti ha portato a una svolta è stato “Super Mario Bros. 3”, uscito per Nintendo Entertainment System sul finire degli anni ’80. Con una grafica totalmente rinnovata, per la prima volta Mario e Luigi potevano muoversi su una mappa per scegliere quale livello affrontare e conservare in una sorta di inventario i power-up che finivano inevitabilmente col raccogliere avanzando da un mondo all’altro. Molti degli elementi del terzo capitolo della saga di Mario vengono ripresi ancora oggi nei titoli moderni della mascotte Nintendo.

Anche Sonic The Hedgehog ha avuto un grande seguito a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, ma il titolo che i gamer ricordano con maggiore affetto è indubbiamente “Sonic The Hedgehog 2” per Mega Drive, che oltre ad espandere l’universo dei personaggi vicini al riccio blu, dotava quest’ultimo di una trasformazione sbloccabile solo dopo aver ottenuto determinati requisiti nel corso del gioco. Una bella gatta da pelare, considerando che ai tempi non erano stati ancora studiati sistemi di salvataggio e ogni progresso veniva perduto quando si spegneva la console.

Il secondo capitolo è stato determinante anche per il successo di Street Fighter, probabilmente il capostipite dei picchiaduro. Anzi, si potrebbe affermare addirittura che in pochissimi abbiano messo le mani sul predecessore di “Street Fighter II”, che non era nemmeno disponibile per le console a 16 bit. Il roster di combattenti tra cui poter scegliere fu allargato sensibilmente e molti di loro continuano ad apparire anche nelle ultime uscite della serie.

Impossibile non citare i Pokémon. I mostri tascabili costituiscono uno dei brand più sfruttati dell’era dei videogiochi. La cartuccia per Game Boy di “Pokémon Rosso” o “Pokémon Blu” non poteva mancare nella collezione dei ragazzini che hanno vissuto il passaggio dal secondo al terzo millennio. Sebbene il leitmotiv della serie sia sempre stato lo stesso, con l’introduzione di decine di nuovi Pokémon ad ogni versione, il marchio funziona ancora a distanza di quasi 30 anni dalla pubblicazione dei primi giochi. Ancora più longevo, però, è “Tetris”, nato nel 1984. Il più classico dei puzzle game, nonché il terzo videogioco più venduto della storia con 105 milioni di copie acquistate, escludendo però la controparte mobile.

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