Considerate le “cellule” più grandi presenti in natura, le uova costituiscono fin dagli albori della civiltà uno dei principali alimenti che compongono il contesto della nutrizione umana, elemento fondamentale in pasticceria ed in tantissime ricette culinarie, ma trattandosi di un elemento che fondamentalmente proviene da una qualsivoglia tipologia di volatile (quando immaginiamo le uova, il pensiero va quasi istintivamente a quelle di gallina, anche se quelle degli altri animali sono comunque commestibili), tende ad avere una forma di “scadenza” naturale. Inoltre le uova possono essere veicolo di malattie e patogeni anche molto pericolosi, uno su tutti la salmonella, che tende a manifestarsi soprattutto nelle condizioni di scarsa igiene. Ma le uova vanno lavate o no?
Le uova vanno lavate? Ecco la sorprendente risposta
La produzione e la vendita di uova ad oggi avviene in un contesto quasi totalmente meccanizzato ed industrializzato, ma la questione di “lavare” le uova divide le politiche delle nazioni. Ad esempio negli USA la pratica prevede che le uova debbano essere sottoposta ad un “lavaggio”, pratica che invece non è in uso tra i paesi membri dell’Unione Europea (anzi è vietata), in quanto viene utilizzato un disinfettante direttamente sul guscio durante lo smistamento, prima di essere asciugate ed inscatolate.
In generale non vanno mai lavate in quanto questa azione potrebbe compromettere l’integrità della membrana presente nativamente sul guscio (chiamata mucina), permettendo quindi inconsapevolmente l’ingresso ai microrganismi.
La pulizia del guscio quindi va bene solo se viene effettuata poco prima dell’utilizzo dell’uovo, mentre in tutte le altre condizioni è consigliabile effettuare una pulizia con un panno “a secco”, senza utilizzare acqua o altri prodotti.
Le uova possono essere “contaminate” in due modi, attraverso la contaminazione verticale, causata da un’infezione delle ovaie o dell’ovidotto della gallina, oppure quellaorizzontale, che si verifica quando i contaminanti, provenienti dal materiale fecale o dalla polvere presente nel nido, ma che può manifestarsi anche in una situazione successiva a quella della “produzione”, proprio compromettendo la mucina.
